Alla fine del 1800 vennero scoperte nel sangue alcune sostanze, dette agglutinogeno A e agglutinogeno B, che facevano aggregare il sangue, cioè agglutinate tra loro i globuli rossi del sangue proveniente da due persone diverse.
Quattro Gruppi Sanguigni principali
In base alla presenza, o assenza, di vari tipi di agglutinogeni degli individui, sono stati evidenziati quattro gruppi sanguigni principali: A, B, AB, 0 (cioè zero, o assenza di agglutinogeno).
Quando si procede ad una trasfusione di sangue (un intervento che permette anche di salvare la vita di persone che hanno subito gravi emorragie) occorre accertarsi che donatore e ricevente siano dello stesso gruppo sanguigno o che i gruppi sanguigni siano compatibili.
La classificazione dei gruppi sanguigni si basa sulla differenza degli antigeni A e B presenti nei globuli rossi. L’individuo che possiede un certo antigene contiene nel plasma le agglutinine ossia gli anticorpi che attaccano tutti gli altri tipi di antigeni.
Gli antigeni presenti sulla superficie dei globuli rossi determinano la formazione di anticorpi i quali sono in grado di neutralizzare soltanto l’antigene per cui sono stati prodotti; più precisamente, gli antigeni A e B provocano la formazione di due anticorpi in grado di attaccare e neutralizzare rispettivamente l’antigene B e l’antigene A, detti pertanto anti B e anti A.
Al gruppo A appartiene chi possiede l’agglutinogeno A, e, nel suo plasma, l’agglutinina anti B, capace di agglutinare in globuli rossi degli individui del gruppo B. Può donare sangue soltanto che appartiene ai gruppi A e AB e riceverlo da individui dei gruppi A e 0.
Al gruppo B appartiene chi ha l’agglutinogeno B e, il suo plasma, l’agglutinina anti A, in grado di agglutinare i globuli rossi degli individui del gruppo A. Può donare sangue solo ad individui di gruppi B ed AB, e riceverlo da che appartiene ai gruppi B o 0.
Il sangue del gruppo AB, piuttosto raro perché posseduto soltanto dal 3% degli italiani, contiene sia l’agglutinogeno A che quello B, e può accettare sangue di qualunque altro tipo, ma non può donarlo se non a persone dello stesso gruppo: è quindi, un accertatore universale.
Solo il sangue di gruppo 0 può essere donato (trasfuso) a chiunque, poiché non contiene né agglutinogeno A ne agglutinogeno B. Chi possiede un sangue di questo gruppo nel suo plasma possiede invece due sostanze, l’agglutinina anti A e l’agglutinina anti B e quindi può ricevere sangue solo da persone dello stesso gruppo. Il possessore di sangue del gruppo zero viene chiamato donatore universale.
Oggi, comunque si preferisce trasfondere sempre sangue dello stesso gruppo o meglio, si sa per tempo che si potrà avere bisogno di sangue, si effettua l’autotrasfusione, ossia si usa sangue prelevato prima alla stessa persona che ne avrà bisogno in un secondo momento.
Il gruppo sanguigno viene ereditato dai genitori come gli altri caratteri.
Il fattore Rh nei Gruppi Sanguigni
Oltre ai quattro gruppi sopra indicati, vi sono dei sottogruppi M, MN e N. In caso di trasfusione è necessario tener conto anche di un altro agglutinogeno, il fattore Rh o Rhesus, che può essere negativo o positivo ed è presente nell’85% degli individui. Un individuo Rh positivo può donare il sangue soltanto individui Rh negativi, mentre un individuo Rh negativo può donare il suo sangue a tutti ma riceverlo soltanto da chi è Rh negativo.
Il fattore Rh crea problemi soprattutto in caso di gravidanza, se la madre è Rh negativa e il figlio Rh positivo, avendo ereditato tale fattore dal padre. Accade spesso che nelle ultime settimane di gravidanza, una certa quantità di sangue Rh positivo del feto si mescoli al sangue della madre Rh negativo, che inizia così a produrre anticorpi anti Rh. Sin un’eventuale seconda gravidanza il feto sarà Rh positivo, le agglutinine anti Rh della madre potranno provocare l’agglutinazione dei globuli rossi del nascituro, se non si interviene subito dopo la nascita con opportune trasfusioni.